Spesso chi parla di agricoltura biologica non ha le idee chiare. Pensa alla tutela dell’ambiente, alla scelta di colture non invasive, all’esclusione di pesticidi e prodotti chimici. Ma gli aspetti che caratterizzano una produzione biologica responsabile sono molti di più. Come sanno bene alla HiPP, dove l’agricoltura biologica è praticata da sempre con attenzione, superiore agli standard. “Abbiamo dato il via alla coltivazione biologica oltre sessant’anni fa – spiega Claus Hipp, fondatore dell’azienda. All’epoca il biologico non era così in auge. Siamo andati controcorrente e abbiamo portato avanti la coltivazione biologica con forte convinzione. Abbiamo dettato così nuovi standard in tema di qualità nell’alimentazione per l’infanzia. Teniamo conto di questi parametri nella selezione del terreno, nella coltivazione e nella lavorazione, che si riflettono di conseguenza in ogni vasetto con il logo BIO HiPP”.
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Se un prodotto è bio, risulta di qualità migliore, perché la normativa dell’Unione europea sul biologico vieta l’impiego di insetticidi e fertilizzanti chimico-sintetici, dell’ingegneria genetica “verde”, di coloranti e conservanti artificiali, di aromi o esaltatori di sapidità. Un intervento significativo, che alla HiPP però ancora non basta. “Il marchio bio standard è valido e importante – spiega il professor Hipp. Tuttavia, oltre alla coltivazione, non disciplina la qualità dei prodotti biologici interessati. Le sostanze tossiche presenti nell’aria, nel terreno o nel campo confinante possono contaminare i frutti, gli ortaggi o i cereali coltivati. Pertanto le disposizioni legislative sull’alimentazione per l’infanzia ammettono una quantità minima di prodotti fitosanitari in questi prodotti. Alla HiPP non è così. Noi puntiamo decisamente a valori più bassi di quelli richiesti dal legislatore: ciò significa che non ammettiamo tali residui e svolgiamo pertanto un controllo qualità a 360 gradi d’altissimo livello tecnologico. Nel vasetto finiscono soltanto prodotti biologici di qualità ineccepibile, che ottengono così il nostro marchio”.
Se un prodotto è bio, risulta di qualità migliore, perché la normativa dell’Unione europea sul biologico vieta l’impiego di insetticidi e fertilizzanti chimico-sintetici, dell’ingegneria genetica “verde”, di coloranti e conservanti artificiali, di aromi o esaltatori di sapidità. Un intervento significativo, che alla HiPP però ancora non basta. “Il marchio bio standard è valido e importante – spiega il professor Hipp. Tuttavia, oltre alla coltivazione, non disciplina la qualità dei prodotti biologici interessati. Le sostanze tossiche presenti nell’aria, nel terreno o nel campo confinante possono contaminare i frutti, gli ortaggi o i cereali coltivati. Pertanto le disposizioni legislative sull’alimentazione per l’infanzia ammettono una quantità minima di prodotti fitosanitari in questi prodotti. Alla HiPP non è così. Noi puntiamo decisamente a valori più bassi di quelli richiesti dal legislatore: ciò significa che non ammettiamo tali residui e svolgiamo pertanto un controllo qualità a 360 gradi d’altissimo livello tecnologico. Nel vasetto finiscono soltanto prodotti biologici di qualità ineccepibile, che ottengono così il nostro marchio”.
Per arrivare a questa ulteriore certificazione si deve ricorrere a controlli accurati. Come spiega il professor Hipp, l’azienda analizza i campioni di terreno per valutare se un campo è adatto. “Nel corso di decenni abbiamo acquisito delle conoscenze specifiche sulla corretta rotazione delle colture; durante la coltivazione assistiamo i contadini bio, collaborando a stretto contatto con loro. Successivamente, alla consegna, accettiamo i prodotti soltanto se hanno soddisfatto i severi requisiti di purezza HiPP in base alle nostre analisi di laboratorio” aggiunge ancora il patron di questo progetto di benessere e salute.
Va segnalato che alla HiPP si analizza l’eventuale presenza di oltre mille sostanze tossiche nelle materie prime, molte di più di quelle imposte dal legislatore. Il contenuto di un vasetto, poi, è sottoposto ad oltre 260 controlli. “Siamo dunque più rigorosi della legge – scherza il professor Hipp. Grazie ai nostri sistemi di misurazione di massima precisione saremmo in grado di individuare persino un granello di sale in una piscina di 25 metri. HiPP si è imposta spontaneamente dei valori limite molto rigorosi relativamente a tutte le sostanze inquinanti e le impurità immaginabili. Tuttavia, un contributo prezioso in tema di purezza proviene naturalmente dai contadini biologici stessi: conoscono il nostro approccio inflessibile da diversi decenni. Insieme, puntiamo ad una qualità eccelsa”.
Così gli insettidici chimico-sintetici sono banditi e per diserbare i terreni si usano metodi meccanici tradizionali e, in qualche caso, la lavorazione manuale. Gli insetti utili vengono protetti, i parassiti sono tenuti lontani con apposite piante. I “trucchi” utilizzati sono originali. Per prevenire che la peronospora attacchi le piante erbacee e le patate, ad esempio, esse vengono cosparse con farine di roccia. Le carote, invece, sono coltivate in posizione esposta al vento, in modo che incanalandosi tra i filari e letteralmente spazzandoli, esso prevenga in modo naturale gli attacchi di funghi e parassiti. Stratagemmi con cui si ossequia il principio chiave secondo il quale in un terreno sano crescono piante sane per alimentare esseri umani e animali sani.
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